Winter Dream

Nathan Never

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Nyanko Sensei
view post Posted on 24/7/2012, 21:03     +1   -1




Nathan Never è stato il primo fumetto della Bonelli di genere fantascientifico. Ideato da Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, ha esordito in edicola nel 1991 con un albo intitolato Agente Speciale Alfa che aveva per tema le tre leggi della robotica di Asimov.

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Genesi del fumetto

« L'avventura del futuro, il futuro dell'avventura! »
(Slogan del fumetto Nathan Never)


Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna (soprannominati "la banda dei sardi" o "il trio dei sardi"), che collaborano con la Bonelli dal 1985, avendo realizzato alcune storie per Martin Mystere e Dylan Dog, proposero alla casa editrice il progetto per un fumetto fantascientifico su cui stavano lavorando da alcuni anni. La realizzazione del fumetto venne approvata dalla Bonelli l'11 novembre 1989 e il primo numero uscì in edicola nel giugno 1991.
Inizialmente il nome scelto per la serie (e per il personaggio principale) doveva essere Nathan Nemo, ma poi venne rinominato in Nathan Never su suggerimento di Alfredo Castelli. Nemo sarebbe rimasto sia il nome in codice di Nathan nelle comunicazioni con l'Agenzia Alfa, sia il nome assunto dal suo clone nelle storie ambientate in uno dei possibili futuri. La caratterizzazione grafica preliminare venne affidata a Dante Bastianoni ed a Claudio Castellini (che divenne poi il copertinista della serie fino all'albo n. 59).

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Aspetti salienti

Il personaggio di Nathan Never è ispirato a Rick Deckard, il protagonista del film Blade Runner, del quale il fumetto condivide, almeno in un primo tempo, la visione di futuro cinica e pessimista e il cupo scenario urbano. Personaggi ricorrenti della serie sono il genio dei computer polacco Sigmund Baginov e la prima agente Alfa, Legs Weaver, quest'ultima ispirata all'attrice Sigourney Weaver, protagonista della saga di Alien.
Nathan Never condivide lo stesso universo narrativo con altri personaggi bonelliani: Zagor, Mister No, Martin Mystère, Dylan Dog e, naturalmente, Legs Weaver.
La novità maggiore portata da Nathan Never all'interno della produzione bonelliana è data dalla forte continuity della serie, caratteristica fino ad allora non molto presente negli albi a fumetti Bonelli, ma tipica di alcune produzioni a fumetti estere. Medda, Serra e Vigna hanno impostato l'intera serie come un insieme coerente di albi, in cui gli eventi narrati in un albo vanno a modificare l'intero universo narrativo di Nathan Never, e le cui conseguenze sono narrate negli episodi successivi. L'evoluzione della storia sviluppata nelle prima cinquantina di numeri (segnatamente la saga degli ultra sapiens, alla quale rimandavano gran parte degli albi) erano infatti state tracciate prima dell'uscita nelle edicole del primo numero. Tale caratteristica è rimasta nella serie, e si può dire che abbia fatto da apripista ad altre serie Bonelli con forti elementi di continuity.

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La staticità dei personaggi

Come in altri fumetti della casa editrice milanese (Tex Willer, Zagor e altri ancora) l'aspetto grafico degli attori principali della serie rimane "stabile": cioè, il tempo passa, ma loro apparentemente non invecchiano. Nel caso di Nathan Never e del suo spin-off Legs Weaver in diverse storie viene anche citata la data in cui questa sarebbero avvenute o il trascorrere del tempo rispetto ad una storia precedente, ma di fatto questo sembra non influire sull'invecchiamento dei protagonisti principali, né gli stessi fanno riferimento alla loro età (al contrario di quanto avviene per esempio con Martin Mystère). Tra le poche eccezioni a questa regola vi sono: Ann, la figlia autistica di Nathan, che subisce una esplosiva (ed inspiegabile) crescita fisica passando da bambina a donna fatta in pochi secondi durante il numero 99, e l'invecchiamento del Senatore (ex giudice) Sawyer, che passa da uomo maturo (grossomodo un cinquantenne) ad uomo anziano e smagrito coi capelli bianchi a causa di una malattia del futuro nota come sindrome di Xavier Cook. Probabilmente, comunque, questa "staticità" dei personaggi rispetto allo scorrere del tempo si può spiegare tenendo presente le rivelazioni che Kranio, primo prototipo della stirpe dei mutati, fa nel numero 106, "Il patto". In questa storia Kranio spiega la sua provenienza e ricorda a Baginov e Reiser che "Se oggi l'età media è aumentata del sessanta per cento rispetto al secolo scorso, e se un uomo di quaranta o cinquant'anni può avere ancora il fisico di un ragazzo, il merito è anche delle ricerche che sono state effettuate sulle mie cellule e sui miei tessuti."

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è un ex poliziotto e ha alle spalle una terribile storia. Sua moglie Laura è stata uccisa da un criminale sfuggito allo stesso Nathan, e sua figlia Ann è stata per anni ricoverata in una clinica psichiatrica, in stato di shock per avere assistito alla morte della madre. Per poter pagare le cure della figlia, Nathan, ritiratosi in un tempio shaolin con l'intento di studiare le arti marziali, è così stato costretto a tornare al suo lavoro e ad accettare un incarico di agente speciale all'interno di un'agenzia privata di investigazioni. Eroe di stampo tradizionale, uomo integerrimo indurito dal lavoro svolto, ma non certo cinico e disincantato, vive le sue avventure in un futuro prossimo, in una civiltà dominata dalla tecnologia e costantemente alle prese con problemi come l'inquinamento e lo strapotere dei mass-media. Le città hanno assunto l'aspetto di sterminate megalopoli e lo Stato, resosi conto che le sole forze di polizia non riescono a fronteggiare la criminalità dilagante, ha incoraggiato la costituzione di agenzie private sovvenzionate in parte con contributi pubblici. L'Agenzia Alfa, per la quale Nathan lavora, è una di queste. La metropoli dove vive e lavora Nathan non ha nome. Essa, anzi LEI, è semplicemente "la Città", palesemente ispirata alla Los Angeles di "Blade Runner" e alla Gotham City del "Cavaliere Oscuro" di Frank Miller. Non mancano, poi, puntate in una sorta di Far West fatto di lande bruciate dal sole e dalla radioattività (come l'Australia di "Mad Max") e le avventure ad "atmosfera zero" sulla Luna (sede di insediamenti minerari e di un super-carcere) o sulle stazioni orbitanti, vere e proprie isole spaziali sospese nel buio del cosmo.
Personaggio in equilibrio tra la vecchia figura dell'eroe senza macchia e senza paura e la nuova figura dell'anti-eroe cinico e scanzonato, Nathan Never è stato creato da Michele Medda, Antonio Serra e Giuseppe (Bepi) Vigna, un terzetto di autori già da tempo attivi alla Sergio Bonelli Editore come sceneggiatori di alcune storie per Dylan Dog e Martin Mystère. Nathan Never ha la forza fisica e la preparazione atletica che gli derivano dall'allenamento.
Non possiede innesti bionici né poteri extra-sensoriali. Nathan usa la pistola soltanto quando non ha alternative. Il suo stipendio di agente speciale, pur elevato, non lo rende ricco: il suo denaro è servito per anni soltanto a pagare le cure della figlia. E ora che lei, guarita, è partita per lo spazio, il nostro eroe usa i suoi proventi economici per costruirsi una nuova vita. Nathan combatte per la giustizia, ma non è un crociato. Una delle caratteristiche della serie è che tutti i personaggi, eroi o criminali, sono caratterizzati come persone che hanno dei motivi – giusti o sbagliati – per fare quello che fanno. Non esistono persone buone o cattive. Esistono azioni buone o cattive.

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