Winter Dream

Cerimonia del tè

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Nyanko Sensei
view post Posted on 20/7/2012, 23:20     +1   -1




« Il cuore della Cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre il carbone in modo che riscaldi l'acqua; sistemare i fiori come fossero nel giardino; in estate, proporre il freddo; in inverno, il caldo; fare tutto prima del tempo; preparare per la pioggia e dare a coloro con cui ti trovi ogni considerazione »

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La cerimonia del tè è qualcosa che va molto al di là della semplice preparazione di una bevanda. È forse l'espressione più pura dell'estetica zen.
Entrando nella stanza da una porticina bassa che costringe a piegarsi in segno di umiltà, l'ospite entra in uno spazio piccolo, a volte minimo, dove equilibrio e distacco dal mondo sono procurati da gesti che richiamano costantemente la presenza mentale in un ambito di naturalezza e spontaneità, in una sequenza di interazioni codificate e circondata da oggetti semplici ma di grande forza espressiva. La stanza, detta chashitsu, può essere anche di pochi tatami, le finestre sono schermate e la luce filtra sommessa conferendo un alone di particolare fascino ad ogni elemento.

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I quattro principi costitutivi della Cerimonia del tè secondo Sen no Rikyu

ll monaco buddhista zen Sen no Rikyu è universalmente considerato il codificatore ultimo della Cerimonia del tè, dopo i grandi maestri Murata Shuko e Takeno Joo. La Cerimonia del tè di Sen no Rikyu si fonda su quattri principi basilari a cui fanno riferimento tutti i lignaggi scolastici che proseguono gli insegnamenti di questo maestro del tè:

* Armonia

Questa dimensione comprende la relazione ospite-invitato, gli oggetti scelti, il cibo servito. Queste relazioni devono riflettere il ritmo impermanente delle cose e della vita. L'effimero compreso in tutte le cose viene confermato infatti dal loro mutamento costante. Ma essendo l'effimero, l'impermanente, l'unica realtà in cui ci muoviamo esso assurge a Realtà ultima. Ospite e invitato sono in realtà intercambiabili in quanto agiscono coerentemente in questa dimensione di consapevolezza. Prima di offrire il tè, l'ospite porge dei dolci all'invitato, a volte un pasto leggero. Tutto deve essere all'insegna della stagione in corso, al ritmo naturale della cose. Il principio dell' "Armonia" significa dunque essere affrancati da ogni pretesa e da ogni estremismo, incamminati lungo la moderazione e la "Via di mezzo" propria degli antichi insegnamenti buddhisti.

* Rispetto

È il riconoscimento in ogni persona, ma anche nei più semplici oggetti, della presenza di una innata dignità. Coltivare questo vissuto nella Cerimonia del tè e nella vita permette di comprendere la comunione dell'essenza di tutto ciò che ci circonda.

* Purezza

Va immediatamente precisato che in ambito zen, questo non significa discriminare tra ciò che è "puro" e quello che è ritenuto "impuro", essendo il "puro" e l'"impuro" partecipanti insieme alla Realtà ultima. Spazzare la stanza del tè significa occuparsi di disporre un mondo che accolga anche il "bello". Che consenta a ciò che è "bello" di esprimersi. Questa occupazione è anche una metafora nei confronti della nostra mente e dei nostri vissuti che vanno quotidianamente "spazzati" dai vincoli mondani e dalle loro preoccupazioni, per consentirsi esperienze altrimenti non esperibili. Mentre pulisce la stanza del tè, l'ospite riordina anche se stesso.

* Tranquillità

«Seduto lontano dal mondo, all'unisono con i ritmi della natura, liberato dai vincoli del mondo materiale e dalle comodità corporali, purificato e sensibile all'essenza sacra di tutto ciò che lo circonda, colui che prepara e beve il tè in contemplazione si avvicina ad uno stadio di sublime serenità.» .... «Trovare una serenità duratura in noi stessi in compagnia d'altri: questo è il paradosso.»

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La Dimora del Vuoto

La stanza del tè è il luogo fisico dove si svolge la cerimonia ma è anche luogo "spirituale". In essa sono stati trasfusi gli ideali dell'estetica zen. La povertà ricercata, il rifiuto assoluto dell'ostentazione. Sen no Rikyu amava lo stile semplice, cioè vedeva la stanza del tè come dimora della creatività priva di attaccamenti quindi una dimora del vuoto. Spogliata da ogni possibile orpello, con pareti grezze e praticamente priva di alcun contenuto che non fosse il vissuto libero dagli attaccamenti della vita "mondana". I personaggi che si muovono in essa sono usciti temporaneamente dal mondo e dai suoi affanni per contemplare brevemente il vuoto. Il vissuto di mu-shin, cioè "non-mente", quindi l'abbandonare il pensiero ruminante e giudicante per giungere ad un approccio spontaneo e totalizzante con gli oggetti e le persone, è rappresentato perfettamente dallo spazio racchiuso nella stanza del tè. Al vuoto materiale deve corrispondere il vuoto "mentale", inteso come vissuto di consapevolezza privo di preoccupazioni e attaccamenti mondani. Fin dall'inizio della sua istituzione, nella stanza della Cerimonia del tè tutti dovevano entrare disarmati e tutti erano uguali, tutti si dovevano inginocchiare e tutti dovevano "subire" le stesse regole. È chiaro quale fosse il potere destabilizzante di questa pratica e così Sen no Rikyu fu costretto al seppuku in quanto un potere che viveva, come sempre, di ostentazione e di forme vane, si sentiva minacciato dalla forza silenziosa del maestro.

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