Winter Dream

Kitsune

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Nyanko Sensei
view post Posted on 20/7/2012, 23:02     +1   -1




Kitsune significa in giapponese semplicemente volpe. In Giappone vivono due sottospecie di volpi: la Volpe Rossa del Giappone (Hondo Kitsune, vive sull'isola di Honshu; ) e la Volpe di Hokkaido (Kita Kitsune, vive sull'isola di Hokkaido;). Nella mitologia giapponese sono considerate demoni (Youkai).

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Mitologia

Nella mitologia giapponese, si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo ed avessero poteri magici. Il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane; si dice che una volpe impari a far questo quando raggiunge una determinata età. Le Kitsune appaiono spesso con l'aspetto di una donna bellissima, una dolce ragazzina o un vecchio, ma mai come una donna anziana.
Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la possessione (vedi Kitsunetsuki sotto), la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti vanno oltre, parlando di Kitsune con la capacità di piegare il tempo e lo spazio, di far impazzire, o di assumere altre forme oltre a quelle umane, come un albero altissimo o una seconda luna in cielo. Occasionalmente le Kitsune sono descritte in termini simili ai vampiri o ai succubi - queste Kitsune si nutrono della vita o dell'anima degli umani, generalmente attraverso contatto sessuale.
A volte le Kitsune sono raffigurate a guardia di una sfera, rotonda o a forma di pera (Hoshi no Tama o Sfera della Stella). Si dice che chi si impossessa della sfera possa obbligare la Kitsune ad aiutarlo; una spiegazione è che la Kitsune "deposita" parte della sua magia in questa palla quando cambia forma. Le Kitsune devono mantenere le promesse o il loro rango e il loro potere diminuisce.
Le Kitsune sono spesso associate alla divinità del riso Inari. Originariamente le Kitsune erano i messaggeri di Inari, ma la distinzione tra i due è ormai talmente sfumata che talvolta Inari è rappresentato come una volpe. Si specula che ci sia stata un'altra divinità volpe nello Shinto, ma non ci sono prove. Le Kitsune sono un elemento comune alla mitologia Shinto e a quella Buddhista in Giappone.

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In questo contesto, la parola Kitsune è generalmente tradotta come Demone Volpe; però questo non dovrebbe indurre a pensare che le Kitsune non corrispondano alle comuni volpi. La parola "Demone" in questo caso traduce il più generale concetto di Spirito nel significato più comune in Estremo Oriente, come anima che ha raggiunto uno stato di conoscenza e illuminazione tale da trascendere le leggi del mondo materiale. Ogni volpe che viva sufficientemente a lungo, perciò, può diventare uno spirito. Ci sono due tipi di volpi: le Zenko, o Volpi Celestiali -- quelle associate a Inari, rappresentate come benevole -- e le Yako, o Volpi Selvagge (letteralmente "Volpi di Campo"), spesso, ma non sempre, considerate maliziose.
L'attributo fisico che più rappresenta una Kitsune è la coda, e ne può possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una Kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le Kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia.
Quando una Kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di Kyubi no Kitsune (Volpe a Nove Code) guadagnando il potere della visione infinita. Allo stesso modo, in Corea, una volpe che viva mille anni diventa una Kumiho, ma la Kumiho è rappresentata come malvagia, a differenza della Kyubi, che può essere anche benevola. Anche nella mitologia cinese c'è un demone volpe simile alla Kitsune, incluse le nove code: ci sono anzi indizi che le Kitsune siano un mito importato dalla Cina, ma c'è un amplissimo supporto, basato su testi e rappresentazioni artistiche molto antiche, alla tesi che il mito sia originario del Giappone e risalente forse al V secolo a.C.

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In alcuni racconti, le Kitsune hanno difficoltà a nascondere la coda nelle loro trasformazioni - generalmente le Kitsune in queste storie ne hanno solo una, il che potrebbe indicare che l'inesperienza ne sia la causa - e il protagonista attento riesce a smascherarla quando questa beve o si distrae.
Le volpi hanno paura dei cani, usati per cacciarle, così le Kitsune li temono e odiano, al punto da tornare al loro aspetto e darsi alla fuga non appena ne vedono uno.
Nella tradizione giapponese, le Kitsune sono spesso presentate come ingannatrici, talvolta molto malevole; in questa veste le Kitsune usano i loro poteri magici per ingannare gli umani; quelle ritratte in una luce positiva scelgono come vittime samurai vanagloriosi, mercanti avidi, e popolani maldicenti, mentre Kitsune più crudeli abusano di poveri contadini o monaci Buddhisti.
In ogni caso, un altro ruolo in cui le Kitsune sono spesso rappresentate è quello di amanti; queste storie d'amore generalmente parlano di ragazzi e Kitsune in forma di fanciulla. Talvolta alla Kitsune è assegnato il ruolo di seduttrice, ma spesso queste storie sono di natura romantica. Generalmente in queste storie il ragazzo (inconsapevolmente) sposa la Kitsune, e ne vanta le virtù; in molte di queste storie è presente anche l'elemento tragico, e generalmente quando la vera identità della volpe è scoperta questa abbandona l'amato, o in altre occasioni lo sposo si sveglia da un sogno, lontano da casa, e scopre di aver vissuto per molto tempo nella tela di illusioni della volpe.
Molte storie parlano di volpi che concepiscono bambini: questi mezzosangue hanno sempre aspetto umano, ma posseggono eccezionali doti fisiche o poteri soprannaturali, che spesso passano in eredità ai propri figli. La natura di queste doti, però, varia molto da una fonte all'altra; tra quelli di cui si dice che abbiano ereditato tali doti c'è l'onmyoji Abe no Seimei, che si dice fosse un Han'yo di Kitsune.

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Origini della parola Kitsune

La più antica storia nota di una sposa-volpe, che costituisce anche un'etimologia popolare della parola Kitsune, è un'eccezione alla norma in quanto non finisce tragicamente. In questa storia, la volpe assume le sembianze di una donna e sposa l'uomo, e i due, nel corso dei molti anni vissuti insieme, hanno diversi bambini; lei è costretta a rivelare la sua identità quando, terrificata da un cane, ritorna alle sembianze volpine per nascondersi, in presenza di testimoni. Si prepara quindi ad abbandonare la casa, ma il marito la ferma dicendo "Ora che abbiamo passato tanti anni insieme, ed io ho avuto da te molti figli, non posso dimenticarti. Per favore torna a dormire con me." La volpe acconsente, e da allora ogni notte torna dal marito con l'aspetto di donna, e ogni mattina se ne va con l'aspetto di volpe. Per questo è chiamata Kitsune, perché in giapponese antico "Kitsu-Ne" significa "Viene e Dorme" mentre "Ki-Tsune" significa "Torna Sempre".
Gli studiosi invece suggeriscono che le origini della parola "Kitsune" possano essere dovute ad un'onomatopea: "Kitsu" era il verso delle volpi secondo i giapponesi, un po' come "Bau" è il verso del cane secondo gli italiani. "-Ne" è traducibile come "Rumore" perciò "Kitsune" identificherebbe l'animale attraverso il suo verso; però "Kitsu" non è più usato per indicare il verso della volpe da molto tempo, se mai lo è stato; i giapponesi moderni trascrivono il verso della volpe con "Kon Kon" o "Gon Gon."

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Kitsunetsuki

Kitsunetsuki letteralmente significa "Posseduto dalla Volpe". Si credeva che la volpe potesse entrare nel corpo delle sue vittime, generalmente giovani donne, attraverso l'unghia o il seno. In alcuni casi, sembra che i tratti del viso del posseduto cambiassero leggermente in modo da somigliare ad una volpe. Secondo la tradizione giapponese i posseduti analfabeti sapevano improvvisamente leggere e scrivere.

Lafcadio Hearn descrive questa condizione nella sua Favola Giapponese:

« Strana è la follia di coloro in cui entra un demone volpe. Talvolta corrono nudi gridando per le strade. Talvolta giacciono e con la bava alla bocca, ululano come ululano le volpi. E su alcune parti del corpo del posseduto compare un bozzo mobile sotto la pelle, che sembra avere una vita tutta sua. Pungilo con un ago, e istantaneamente scivola in un altro posto. In nessuna presa può essere così strettamente compresso da una mano forte che non scivoli da sotto le dita. La gente posseduta si dice che parli e scriva in lingue di cui erano completamente all'oscuro prima della possessione. Mangiano solo ciò che sembra piacere alle volpi e ne mangiano una gran quantità, come se non loro, ma la volpe che li possiede, sia affamata. »

Le vittime di Kitsunetsuki erano trattate con gran crudeltà nella speranza che la Kitsune se ne andasse di sua volontà. Non era insolito che fossero picchiati o gravemente ustionati. Intere famiglie furono emarginate dalle loro comunità dopo che si diffuse la convinzione che uno di loro fosse posseduto.
In Giappone, Kitsunetsuki era una diagnosi comune per la follia fino al XX secolo; la possessione era la spiegazione per il comportamento anormale che mostravano gli individui colpiti.
Kitsunetsuki è anche una psicosi etnica che esiste solo nella cultura giapponese, in cui le vittime credono di essere possedute da una volpe; tra i sintomi l'ossessione per il riso e i fagioli rossi, apatia, irrequietezza, e avversione per il contatto visivo. Può essere considerato una forma di licantropia clinica.

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